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Mandato di Arresto Europeo e Divieto di Tortura- Protezione dei Diritti Umani

Nel seguente articolo, esploreremo il concetto del Mandato di Arresto Europeo (MAE) in relazione al divieto di tortura e trattamenti inumani e degradanti nei Paesi richiedenti. Vedremo come il risultato negativo del test possa bloccare l’esecuzione del MAE in quel Paese e come ciò influisca sulla protezione dei diritti umani.

La Legge e la Tortura

Una delle domande più importanti quando si tratta del MAE è se sia possibile consegnare un individuo a un Paese in cui la tortura è praticata. La risposta è categoricamente negativa, poiché il divieto di tortura e trattamenti inumani e degradanti è sancito nella Carta dei Diritti Fondamentali.

Tuttavia, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con la sentenza Aranyosi e Căldăraru del 5 aprile 2016, ha introdotto una nuova prospettiva sulla protezione dei diritti umani nell’esecuzione del MAE.

La Sentenza Aranyosi e Căldăraru

Esaminiamo il ragionamento giuridico della Corte di Giustizia dell’UE in questa sentenza. La Corte ha sottolineato che la tutela dei diritti umani e della dignità umana è assoluta e non ammette eccezioni.

La Corte ha stabilito che quando l’autorità giudiziaria dello Stato di esecuzione ha elementi che indicano un rischio concreto di trattamento inumano o degradante dei detenuti nel Paese richiedente, è tenuta a eseguire un test.

La Valutazione del Rischio di Tortura

Pertanto, se l’autorità giudiziaria dello Stato di esecuzione dispone di elementi che indicano un rischio concreto di trattamento inumano o degradante nello Stato richiedente, essa deve valutare attentamente questa situazione. Questa valutazione si basa su fattori oggettivi, attendibili, precisi e opportunamente aggiornati, come le sentenze della Corte di Strasburgo o i rapporti del Comitato per la Prevenzione della Tortura.

Richiesta di Informazioni

Se il rischio di tortura è ritenuto plausibile, l’autorità giudiziaria di esecuzione deve richiedere informazioni all’autorità giudiziaria emittente. Queste informazioni devono essere specifiche e dettagliate, riguardanti la struttura penitenziaria, le condizioni di detenzione e i meccanismi di controllo.

Se le informazioni ottenute confermano il rischio, il MAE non può essere eseguito. Altrimenti, se il rischio è escluso, la consegna può procedere.

La Giurisprudenza Italiana e la Valutazione Concreta

La giurisprudenza italiana ha recepito la valutazione concreta e complessiva (Test Aranyosi e Căldăraru) della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Le Corti di Appello italiane sono tenute a condurre un esame accurato delle condizioni di detenzione nel Paese richiedente prima di eseguire un MAE.

Rivolgersi a un Avvocato Esperto

Per assicurarsi che un MAE non venga eseguito in un Paese dove esiste il rischio di tortura, è essenziale rivolgersi a un avvocato esperto nel campo del MAE e del divieto di tortura. Un legale competente può garantire che i diritti dell’individuo siano protetti e che vengano seguite tutte le procedure legali.

In sintesi, la protezione dei diritti umani nel contesto del MAE e del divieto di tortura è una questione di estrema importanza, e la giurisprudenza europea sta sottolineando la necessità di una valutazione concreta e accurata prima dell’esecuzione di un MAE. Se sei coinvolto in una situazione simile, è fondamentale cercare assistenza legale qualificata.