Parliamo:

Sempre operativi

Rispondiamo 24/24 - 365/365

Scrivi su Whatsapp

+39 338 622 2365

Reati dei colletti bianchi: un’accusa tanto grave richiede una difesa eccellente

“Reati dei Colletti Bianchi: cosa sono? Come nasce questa definizione?

È a Edwin Sutherland, famoso studioso americano, che si deve la prima definizione di quelli che furono fatti rientrare nell’alveo dei “Reati dei colletti bianchi”.

Sutherland getta le basi per uno studio che non verrà mai più abbandonato, al contrario, le ricerche degli anni a venire perfezioneranno il modello dei colletti bianchi, adeguandolo a prassi specifiche e ai mutamenti economici e sociali. Da qui in poi l’indagine criminologica non sarà più diretta ai singoli soggetti ma ad una condotta criminale complessa e strutturata, incardinata all’organizzazione economica dell’impresa.

Questi reati erano nello specifico quelli commessi da soggetti dall’elevato status sociale (che tale poteva qualificarsi in funzione dell’incarico ricoperto) quindi, ci si riferiva principalmente ad individui di estrazione sociale medio-alta e di notevole esperienza tecnica, autorevoli e “socialmente forti”.

Si è giunti infatti alla conclusione che, proprio in funzione di questo importante ruolo, questi soggetti presentavano una maggiore probabilità di desiderare e più facilmente ottenere un arricchimento indebito anche commettendo, se necessario, gravi irregolarità sanzionate dall’ordinamento penale.

Ecco dunque perché si rese necessario circoscrivere questi reati, detti appunto dei colletti bianchi, distinguendoli dagli altri.

Chi sono i colletti bianchi

Molto spesso i Reati dei colletti bianchi vengono additati non come semplici violazioni di norme tecniche, bensì come comportamenti premeditati che colpiscono diverse categorie di vittime.

Tra queste ultime di fatto vi è lo Stato: si pensi al caso delle corruzioni commesse, ad esempio, dai pubblici funzionari. I colletti bianchi spesse volte, grazie alla loro notevole esperienza tecnica e in virtù delle posizioni ricoperte all’interno della stessa azienda, possono venire accusati di arricchirsi indebitamente e/o commettere gravi irregolarità sanzionate dall’ordinamento penale.

Quel che è peggio è che, molto spesso, si ingenera nella popolazione una grande confusione in merito alla corretta identificazione dei Reati dei colletti bianchi.

Essi, ad esempio, a volte vengono confusi con i più comuni “furti professionali” con la differenza che un ladro professionale viene considerato di norma un criminale, mentre l’imprenditore viene considerato un cittadino rispettabile. Davvero non si comprende questa disparità.

Urge dunque, innanzitutto, fare un po’ di chiarezza su un argomento così complesso e controverso.

Nel linguaggio comune, per colletti bianchi si intendono quei lavoratori che non svolgono mansioni fisiche ma coloro che lavorano utilizzando le conoscenze acquisite dagli studi compiuti. Classici esempi di colletti bianchi sono gli impiegati, i professionisti o i funzionari di Stato.

Questi reati, che in genere perseguono lo scopo di lucro, si caratterizzano, solitamente, per l’assenza di condotte violente e per la categoria delle vittime. Logicamente, l’elemento soggettivo tipico di queste fattispecie delittuose è il dolo, nel senso che l’agente deve essere pienamente consapevole della condotta illecita che sta ponendo in essere.

Quali sono i reati imputabili ai colletti bianchi

In generale, i reati dei colletti bianchi sono legati al mondo della finanza, del mercato e del commercio. Tra di essi i principali sono:

– Truffa
– Riciclaggio
– Delitti di corruzione
– Frodi in erogazioni pubbliche
– Corruzione internazionale
– Turbative d’asta
– Astensione dagli incanti
– Frodi e inadempimenti nelle pubbliche forniture
– Truffa aggravata per il conseguimento di finanziamenti concessi dallo Stato o dalle CE
– Insolvenza fraudolenta
– Falso in bilancio

Oltre a ciò, vi è poi tutta una serie di reati contemplati nelle leggi speciali riguardanti i crimini societari “corporate crimes” e quelli realizzati in campo internazionale.

La criminalità del “colletto bianco” si esprime, solitamente, nel campo degli affari in falsità di rendicontazione finanziaria di società, nell’aggiotaggio in borsa, nella corruzione diretta o indiretta di pubblici ufficiali, nella frode nell’esercizio del commercio, nell’appropriazione indebita e nella distrazione di fondi, nella frode fiscale, in altre “scorrettezze” operate nell’ambito delle curatele fallimentari ed anche nella bancarotta.

Nella professione medica, per esempio, quella che a primo impatto esprime meno criminalità rispetto ad altre, si ritrovano vendite illegali di alcool e narcotici, aborti, cure compiacenti, false testimonianze negli incidenti automobilistici, false dichiarazioni di infermità mentale, eccetera…

Quella sopra descritta, peraltro , è una categoria criminale tendenzialmente sottostimata, anche in sede giudiziaria, e questo per quattro fondamentali cause:

– I magistrati sono portati a considerare questo tipo di criminalità scarsamente verosimile;

– La criminalità dei colletti bianchi non è ritenuta pericolosa pubblicamente;

– Le vittime degli atti criminali in ambienti altolocati non sono considerate seriamente danneggiate come le vittime di delitti di altro tipo;

– I mezzi di informazione tendono a presentare i delitti provenienti dai ceti ricchi con argomenti giustificativi.

L’azione penale nei confronti del delinquente dal “colletto bianco” raramente riguarda più di un individuo. La corruzione politica, ad esempio, implica quasi sempre collusioni tra politici e uomini d’affari, ma le azioni penali sono generalmente limitate ad un solo soggetto.

Secondo alcuni, poi, tra il crimine dei colletti bianchi e il crimine organizzato esiste una relazione ben definita, in grado di ridisegnare il concetto di crimine organizzato come “reato che è organizzato” piuttosto che come “crimine di stampo mafioso”. Ciò che emerge, in ogni caso, è che entrambe le realtà costituiscono delle organizzazioni che necessitano della corruzione per auto-conservarsi; esse, in sintesi, non sono altro che forme distinte di criminalità di organizzazione.

Una reazione sociale ingiustificata

Negli ultimi tempi – probabilmente per via del desiderio di noi tutti di condurre una vita il più possibile tranquilla – sembra che la reazione sociale nei confronti dei Reati dei colletti bianchi si sia particolarmente inasprita.

L’opinione pubblica si dimostra di fatto sempre più attenta a questo tipo di condotte illecite ed ai rimedi apprestati contro le stesse dal legislatore.

In ogni caso, il danno economico dei delitti dei “colletti bianchi”, per quanto grande esso sia, è meno preoccupante di quello arrecato alle relazioni sociali; i delitti di questo tipo minano la fiducia e dunque creano sfiducia, il che indebolisce la morale sociale.

In verità, è anche una questione di etica, e questa è chiamata anche a regolamentare gli aspetti che stanno alla base dei comportamenti economici dell’azienda. Da qui si è diffuso il concetto stesso di responsabilità sociale d’impresa. Di conseguenza, quindi, sono nati codici etici ed equilibri sociali, i primi rappresentano una sorta di carta costituzionale dell’impresa, una carta dei diritti e dei doveri morali che definisce la responsabilità etico-sociale di ogni partecipante dell’organizzazione aziendale.

Oggi si parla di una criminalità transnazionale e globalizzata, dove i delitti dei potenti assumono proporzioni globali e non riconducibili a una singola categoria o ad una sola normativa. Questo tipo di crimine non deriva dal rilassamento dei legami sociali, ma dal loro rafforzamento.

Recentemente, le massime autorità nazionali ed anche internazionali sembrano aver riconosciuto la gravità e la pericolosità della criminalità economica e dei fenomeni ad essa collegati (Convenzioni europee di Bruxelles e Parigi del 1997, Convenzione Nazioni Unite di Palermo del 2000…). Queste prese di posizione, salva la necessaria verifica dei fatti, costituiscono una grande novità, poiché per contrastare questa particolare tipologia di reati l’atteggiamento delle istituzioni è di primaria importanza.

Tuttavia, i Reati dei colletti bianchi continuano ad essere commessi, e la condanna nei confronti dei presunti colpevoli si fa sempre più aspra.

Urge dunque una strenue difesa.

ILA: Avvocati esperti in difesa per i reati dei colletti bianchi

Gli individui considerati responsabili dei Reati dei colletti bianchi hanno sicuramente bisogno di una assistenza del tutto particolare. Normalmente, infatti, questo tipo di cliente possiede una elevatissima preparazione professionale e tecnica per cui non può affidarsi ad un comune penalista, bensì ad un avvocato, o, ancora meglio, ad un team di avvocati esperti in temi e normative del diritto tributario e bancario.

Lo Studio legale International Lawyers Associates, ed il suo team misto di avvocati penalisti e tributaristi, insieme ai propri consulenti per l’azienda, è uno studio associato che ha storicamente profuso anni di impegno professionale per la tutela a 360° dei “colletti bianchi”.

Ecco la ragione per la quale può essere considerato uno dei migliori riferimenti per coloro che sono indagati o accusati di aver commesso questi tipi di reati.

Gli avvocati di International Lawyers Associates sono profondi conoscitori e studiosi delle problematiche dell’impresa, del bilancio e delle normative che disciplinano il mercato finanziario.

Quello che fa la differenza è, non solo l’elevata preparazione in questi settori, ma anche il metodo adottato, che è quello della formazione di un collegio difensivo, in grado di garantire la massima attenzione al cliente.

Una materia così spinosa e controversa merita una difesa dall’elevato spessore, che sappia procedere da un’attenta analisi del caso di specie di reato dei colletti bianchi.

Meglio scegliere con estrema attenzione il legale deputato a questo tipo di difesa, perché trattasi di una tutela legale che, come è facile intuire, non tutti sono assolutamente in grado di garantire.

Indice