Mandato di arresto europeo: cos’è, procedura e a chi rivolgersi per una tutela a 360°
Le questioni relative all’estradizione, al mandato di arresto europeo, alle rogatorie internazionali nonché a tutte le vicende collegate agli aspetti della cooperazione giudiziaria tra Paesi e tra forze di polizia (Interpol) hanno da sempre rappresentato una questione particolarmente spinosa per il nostro paese. Immaginiamo quali difficoltà possono incontrare, nella ricerca di una tutela, coloro che ne siano coinvolti per motivi personali o familiari.
Gli avvocati di ILA sono specializzati in ordini di arresto europei e possono fronteggiare qualunque caso direttamente.
Cos’è il mandato d’arresto europeo?
In generale il “MAE”, il mandato di arresto europeo, è uno strumento di cooperazione giudiziaria internazionale in materia penale che, sostituendo tutte le disposizioni sull’estradizione nei rapporti tra gli Stati membri dell’Unione europea, introduce una disciplina innovativa per quanto concerne la consegna nei rapporti tra autorità giudiziarie in relazione a persone colpite da misure cautelari o da sentenze definitive.
Il fine ultimo di questo strumento è quello di rendere più agevole all’interno dello spazio europeo la consegna dei soggetti ricercati.
Tale accordo è dettato dalla necessità di fronteggiare fenomeni criminali dai profili transnazionali e si inserisce nel solco di una sempre maggiore cooperazione in materia penale tra gli Stati membri dell’Unione Europea.
Chi si occupa del MAE nel nostro Paese?
Per quanto concerne il nostro Paese, giova specificare come l’Italia dia esecuzione al mandato d’arresto europeo in base al principio del mutuo riconoscimento, sempre che il mandato di arresto europeo provenga da un’autorità giudiziaria e che, quando sia emesso al fine dell’esecuzione di una pena o di una misura di sicurezza privative della libertà personale, la sentenza da eseguire sia esecutiva.
Oltre a ciò, il nostro Paese non dà esecuzione ai mandati d’arresto europei emessi da uno Stato membro nei cui confronti il Consiglio dell’Unione Europea abbia sospeso l’attuazione di tale meccanismo a seguito di una grave e persistente violazione dei principi sanciti dalla normativa.
Già alla luce di tali considerazioni è facile comprendere come la difesa, in questo settore, richieda una seria conoscenza di tutta la normativa internazionale e quella inerente la collaborazione investigativa tra le Autorità Giudiziarie di Paesi diversi; questa competenza è senza dubbio riscontrabile tra i legali dello Studio associato International Lawyers Associates.
Procedura mandato d’arresto europeo: ecco come funziona
Si definisce mandato d’arresto europeo “una decisione giudiziaria emessa da uno Stato membro dell’Unione europea, in vista dell’arresto e della consegna da parte di un altro Stato membro, di una persona, al fine dell’esercizio di azioni giudiziarie in materia penale o dell’esecuzione di una pena o di una misura di sicurezza privativa della libertà personale”.
Il “MAE” non vale per reati futili e deve essere utilizzato alla luce del principio di proporzionalità. Le autorità nazionali, infatti, prima di emettere il mandato devono valutare la gravità del reato, la durata della pena e il rapporto costo-beneficio. Tale strumento può essere spiccato se il ricercato è accusato di un reato per il quale è previsto almeno un anno di prigione o, in caso di sentenza, quando essa prevede una pena minima di almeno 4 anni di carcere.
La decisione di consegnare o meno una persona sulla base di un MAE rientra in un iter esclusivamente giudiziario essendo la Corte di appello nel cui distretto l’imputato o il condannato ha la residenza, la dimora o il domicilio nel momento in cui il provvedimento è ricevuto dall’autorità giudiziaria ad avere competenza a dare esecuzione a un mandato d’arresto europeo.
Il requisito necessario per la consegna è l’esistenza di una decisione giudiziaria estera, sulla base della quale viene appunto emesso il MAE, che deve consistere, alternativamente, o in una sentenza irrevocabile di condanna o in un provvedimento cautelare sottoscritto da un Giudice e motivato. In virtù di questa decisione Giudiziaria, poi, l’Autorità Giudiziaria dello Stato emittente deve formulare una Richiesta, il MAE appunto.
In proposito è fondamentale precisare come per l’emissione del mandato di arresto europeo non sia sempre richiesto il requisito della doppia punibilità ma, al contrario, è prevista la consegna obbligatoria per tutti i reati indicati nell’art. 8, L. n. 69/2005 (associazioni a delinquere, reati in tema di prostituzione, anche minorile, o in materia di pedopornografia, reati in materia di stupefacenti, armi, reati in materia di riciclaggio, ecc.).
La consegna, inoltre, può essere rifiutata solo per i motivi previsti nell’art. 18, L. N. 69/2005. Fra questi motivi vi sono: l’esser stata la sentenza emessa in violazione dei principi di un giusto processo, ovvero in violazione di irrinunciabili garanzie processuali, in caso di minori o donne incinta o madri di prole di età inferiore ai 3 anni.
Nello specifico, poi, la L. n. 69/2005 prevede due procedure di consegna: la procedura di consegna passiva e quella di consegna attiva. Con la procedura di consegna passiva si richiede al nostro paese la consegna del soggetto, con quella attiva è l’Italia che richiede, nel proprio territorio, la consegna di un individuo.
Per quanto concerne la procedura passiva, giova precisare come la consegna dell’imputato o condannato all’estero non possa essere concessa senza la decisione favorevole della corte di appello nel cui distretto risiede, dimora o ha il domicilio la persona da consegnare.
Ulteriore requisito per legittimare la consegna è quello della cd. doppia punibilità che prevede che il fatto per il quale si procede debba essere considerato reato sia dallo Stato membro di emissione che da quello di esecuzione; tale requisito, tuttavia, come sopra specificato, è superato dall’articolo 8 nei casi di particolare gravità. La consegna, inoltre, è subordinata ad ulteriori requisiti, quali: il fatto che il soggetto richiesto non sia sottoposto contestualmente ad altro procedimento commesso anteriormente ( salvo che il soggetto non abbia lasciato lo Stato ove è stato consegnato ovvero dopo quarantacinque giorni vi abbia fatto volontariamente ritorno), che il reato non sia punibile con una misura atta a privare la libertà personale, e infine che il ricercato abbia prestato consenso alla consegna.
Una disciplina in continua evoluzione
Le disposizioni in materia di mandato di arresto europeo e di procedure di consegna tra Stati membri sono sempre soggette a continue modifiche: ecco una ragione in più per la quale è bene rivolgersi ad un team di avvocati altamente competenti e sempre aggiornati nel settore.
Giova far riferimento, in primo luogo, alla legge n. 69 del 22 aprile 2005 con cui il Parlamento ha varato le nuove disposizioni in materia di mandato di arresto europeo e di procedure di consegna tra Stati membri, in attuazione della decisione quadro 2002/584/GAI del Consiglio Europeo; tale provvedimento viene applicato nel rispetto dei principi supremi dell’ordinamento costituzionale in tema di diritti fondamentali, di libertà e del giusto processo.
Successivamente, la legge di delegazione europea del 2018 (L. n. 119/2019) ha predisposto, tra i criteri più importanti, quello di armonizzare la legge interna MAE alla decisione quadro 2002/584/GAI, tanto in relazione alla procedura di consegna e agli obblighi di informazione, quanto alla disciplina dei motivi di rifiuto.
Infine, recentemente, il D.Lgs. 2 febbraio 2021 n. 10 ha apportato ulteriori significative modifiche alla legge 22 aprile 2005 n. 69. Lo scopo della riforma è senza dubbio quello di elidere le criticità che nel corso degli anni hanno impedito una facile operatività del principio del mutuo riconoscimento.
Difendersi contro un mandato di arresto europeo: a chi rivolgersi?
Chi intenda godere di assistenza giuridica e difendersi contro un mandato di arresto europeo, che implichi attività di cooperazione giuridica internazionale seria e qualificata, potrà rivolgersi allo Studio legale International Lawyers Associates.
Se un tempo, infatti, le richieste di consegna dei detenuti da e verso l’Italia e quelle di estradizione da e verso paesi terzi, siano essi dentro o fuori i confini dell’Unione Europea, erano pressoché rare ed occasionali, oggi accade con molta più frequenza, e ciò presuppone il sostegno di un team davvero esperto, qualificato, competente e specialistico quale si è da sempre dimostrato quello di International Lawyers Associates.
International Lawyers Associates: una storia di successi in tema di mandato di arresto europeo
Il contesto in cui opera uno studio legale specializzato in mandato di arresto europeo rappresenta un punto a favore di non trascurabile rilievo in termini di tutela.
È questa una delle ragioni per le quali lo studio associato International Lawyers Associates è così noto in tutto il territorio, nazionale e non.
Il merito si deve alla sua fitta e capillare rete europea e mondiale di sedi in cui operano avvocati in grado di seguire le vicende di ogni singolo assistito, con la massima celerità ed efficienza.
Relativamente al MAE si rende necessario partecipare direttamente alle difese penali, dettando le linee difensive anche per mezzo di colleghi, assistenti, terzi associati e partners che entrino in contatto con il detenuto e/o l’assistito.
Ecco perché quella dell’Avvocato Penalista Alexandro Maria Tirelli, coordinatore della International Lawyers Associates, può essere davvero considerata una carriera di grandi successi in campo professionale.
Supportato dalla conoscenza diretta della lingua spagnola, portoghese, francese ed inglese, l’Avvocato Tirelli riesce a interfacciarsi personalmente con il cliente, nonché con la magistratura locale che persegue l’imputato, a prescindere da dove si trovi.
Le questioni internazionali come ad es. la consegna di arrestati da e all’estero sono – inutile anche dirlo – sono davvero delicatissime: basti pensare ai militari uruguaiani ed argentini, richiesti dal Tribunale di Roma nell’ambito del processo instaurato per le esecuzioni di massa a danno dei c.d desaparecidos di origine italiana; si pensi ancora al processo contro il dittatore di Panama, generale Manuel Noriega, richiesto dall’Italia in ordine all’omicidio del ministro Ugo Spadafora.
Una tematica così impegnativa qual è quella legata alle questioni relative all’estradizione ed al mandato di arresto europeo richiede esperienza e serietà: meglio affidarsi ai veri professionisti.