La difesa di Assunta Casella indica le circostanze attenuanti di secondo grado: “Comprò praticamente per 500 mila lire e poi abusò per 45 anni, costringendoli persino a prostituirsi”.
“Quando aveva 14 anni e viveva in Calabria con la sua famiglia, fu letteralmente acquistata, per cinquecentomila lire, dall’uomo che, dopo averla portata in Piemonte, la prese come moglie e la costrinse a una vita molto dura.”
È lo sfondo, come è stato detto oggi sulla difesa del Tribunale di primo grado di Torino, il giallo di Paroldo (Cuneo), la scoperta del corpo senza vita di Severino Viora, 78 anni, in un bosco di nocciole, vicino la casa
Quando aveva 14 anni e viveva in Calabria con la sua famiglia, fu letteralmente comprato, per cinquecentomila lire.
Tale morte è attribuita alla moglie sexagenaria, Assunta Casella, condannata in primo grado a 21 anni e 3 mesi. Secondo il suo avvocato, Marina Bisconti, la donna fu acquistata dal suo futuro marito, che la maltrattò e la costrinse a prostituirsi.
Visconti sollevò dubbi sulla ricostruzione dell’accusa e sulle reali responsabilità di Casella nell’omicidio, ma chiese anche che in caso di condanna, al convenuto venissero concesse circostanze attenuanti.
Il procuratore generale Nicoletta Quaglino non è stato d’accordo e ha proposto l’ergastolo: “Gli eventi di 45 anni fa non giustificano circostanze attenuanti”.
Secondo l’accusa, Viora fu sedato con un sonnifero, lo Zolpidem, e poi portato sull’albero di nocciole.
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