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Cosa sono i tribunali penali internazionali?

Il diritto penale internazionale costituisce una novità nel panorama del diritto internazionale, il quale, per moltissimo tempo, ha visto i vari tribunali intervenire unicamente nelle controversie fra stati. Solo dopo il secondo conflitto mondiale, invero, ha preso vita il progetto di deferire ad una corte internazionale i responsabili dei crimini piu gravi ( genocidio, crimini di guerra, e contro l’umanità).

Gli Tribunali penali internazionali, dunque, sono stati concepiti per essere organi giurisdizionali, competenti per la repressione di attività individuali lesive di beni tutelati dal diritto internazionale.

In proposito, il Team dello Studio Legale International Lawyers Associates ha offerto, e tuttora offre, la sua assistenza anche in materia di genocidio, crimini di guerra, contro l’umanità e crimini di aggressione, garantendo la difesa a qualsiasi individuo.

La caratteristica comune di questi organi è la loro istituzione, che avviene posteriormente rispetto alla commissione dei crimini che sono chiamati a giudicare, la limitata competenza territoriale e temporale, ed infine il carattere temporaneo; essi, infatti, sono destinati a estinguersi all’esaurimento della loro funzione.

Per le ragioni sopra illustrate, i Tribunali penali internazionali istituiti negli anni dal Consiglio di sicurezza sono definiti tribunali penali internazionali ‘speciali’ o ad hoc, e la loro istituzione è fondata sulla competenza per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali; in ciò si differenziano dalla Corte Penale internazionale che ha invece competenza generale e carattere permanente.

In merito, bisogna prestare molta attenzione e distinguere tali Tribunali dai tribunali penali cosiddetti “misti” o internazionalizzati i quali scaturiscono dalla cooperazione tra uno Stato e l’ONU e combinano modo elementi di diritto interno e di diritto internazionale (esempi di questi Tribunali sono stati quelli per i crimini in Sierra Leone, Timor Est, Cambogia, Libano).

Chi intenda ricevere assistenza giuridica che implichi attività di cooperazione giuridica internazionale seria e competente potrà rivolgersi al Team dello Studio Legale International Lawyers Associates; questo Team di Avvocati vanta la collaborazione di alcuni tra i migliori Avvocati specializzati a rappresentare il cliente nanti le più Autorevoli Autorità Nazionali e Internazionali.

L’assistenza legale in questo campo richiede un costante aggiornamento ed una profonda conoscenza di tutta la normativa internazionale; tutte competenze che lo Studio Legale International Lawyers Associates ILA, coordinato dall’Avvocato Penalista Alexandro Maria Tirelli, è in grado di fornire in maniera estremamente seria e qualificata.

I tribunali penali internazionali finora istituiti

Le prime esperienze di tribunali penali  internazionali sono state rappresentate dai Tribunali militari di Norimberga e di Tokyo del 1945, nei quali sono stati processati i criminali di guerra nazisti e giapponesi.

Successivamente, nel 1949, la Commissione di diritto internazionale dell’Onu ideò una “bozza” di codice sui crimini contro la pace e la sicurezza dell’umanità e contestualmente nominò un Comitato per codificare tali crimini.

Tuttavia, solo nel 1989 l’Assemblea generale dell’ ONU riprese i lavori sulla Corte penale internazionale.

Nel contempo però , tra il 1993 e il 1994, scoppiarono i sanguinosi conflitti nella ex Jugoslavia e in Ruanda, e i crimini di guerra, i crimini contro l’umanità e il genocidio ( nella forma di “pulizia etnica” ) resero più che mai attuale il tema del diritto penale internazionale; alla luce di ciò, il Consiglio di Sicurezza decise di istituire dei Tribunali “ad hoc”- all’Aia (1993) e ad Arusha (1994) – per giudicare i responsabili di quelle atrocità.

Il primo, istituito appunto nel 1993, ha sede all’Aia ed è competente a giudicare i responsabili di crimini di guerra, genocidio e crimini contro l’umanità commessi nel territorio della ex Jugoslavia, il secondo, istituito nel 1994, con sede ad Arusha, è competente a giudicare gli stessi crimini, commessi nel territorio del Ruanda nel 1994, o se da cittadini ruandesi, anche nel territorio di Stati vicini.

L’istituzione dei due tribunali ad hoc ha sicuramente posto in evidenza la volontà degli Stati di reprimere questi crimini tramite la creazione di giurisdizioni supernazionali, poiché l’attribuzione ad organi giurisdizionali esclusivamente interni di uno Stato della competenza a reprimere simili crimini, potrebbe risultare insoddisfacente per diversi motivi: arretratezza economica, sociale e culturale della comunità statale, non perfetta indipendenza dei giudicanti, e infime, non completa imparzialità.

Successivamente, poi, i sanguinosi attentati terroristici dell’11 settembre 2001 a New York e Washington e la guerra in Afghanistan hanno riaperto il dibattito sul funzionamento della giustizia a livello internazionale.

Prima che l’articolo 8 dello Statuto di Roma codificasse gli elements of crimes delle principali fattispecie del diritto internazionale penale, i due tribunali sopra citati sono stati le uniche sedi giurisdizionali internazionali alla cui giurisprudenza attingere per ricostruire le fattispecie dei crimini più atroci fino a quel momento definiti solo a livello esclusivamente consuetudinario, tutto ciò in assenza di una Corte Penale internazionale stabilmente operativa.

L’istituzione dei Tribunali dell’ONU per l’ex Jugoslavia e per il Ruanda (che ad oggi hanno praticamente esaurito la loro attività) e la creazione successiva della Corte penale internazionale hanno senza alcun dubbio rappresentato delle tappe essenziali per l’affermazione del principio che quanti commettono crimini internazionali hanno una responsabilità penale individuale.

Da quanto illustrato su tale argomento è possibile evincere, con estrema facilità, come una tematica così impegnativa, qual è quella legata alle questioni internazionali, richieda esperienza e serietà: pertanto meglio affidarsi ai veri professionisti quali quello dello Studio Legale International Lawyers Associates ILA.

Un bilancio dell’attività dei Tribunali penali internazionali

Quando furono creati i Tribunali ad hoc per l’ex Jugoslavia e il Ruanda probabilmente nessuno pensava che essi avrebbero realmente funzionato, tuttavia, nel corso di quindici anni, questi Tribunali hanno dimostrato che si può fare giustizia in maniera indipendente e imparziale assicurando gli standard più elevati nel rispetto dei diritti della difesa.

Il Tribunale penale internazionale ha già concluso processi contro oltre sessanta individui (nove imputati sono stati assolti, cinquantacinque sono stati condannati, alcuni hanno già scontato per intero la pena), altri procedimenti sono attualmente in corso o stanno per iniziare.

Complessivamente rimangono quattro imputati latitanti (tra cui i ben noti Radovan Karadzic e Ratko Mladic). Il TPIR ha processato trenta imputati (tre assolti e ventotto condannati), tra cui il primo ministro del Ruanda all’epoca del genocidio e numerosi membri del governo oltrechè dell’amministrazione; altri processi sono attualmente in corso o stanno per essere avviati. Rimangono ancora latitanti tredici imputati, il più noto dei quali è senza dubbio Félicien Kabuga, ricco e potente uomo d’affari ruandese che, tra le altre cose, avrebbe fatto importare i machete con i quali il genocidio è stato compiuto.

Oggi è possibile affermare che grazie ai Tribunali si è sviluppato un sistema molto articolato concernente la repressione dei crimini internazionali.

Ovviamente il fatto che tali organi fossero stati creati attraverso uno strumento prettamente emergenziale ha sempre destato perplessità e “gettato ombre” sul loro operato. In tal senso ha suscitato ben più di una critica il fatto che il TPIJ non abbia condotto indagini approfondite su eventuali crimini commessi dalla NATO durante i bombardamenti in Kosovo. Oltre a ciò, ci si è sempre interrogati sul fatto che finora non sia stata resa pubblica alcuna indagine nei confronti di membri del Fronte patriottico ruandese, che ha assunto il governo del paese dopo il genocidio.

Naturalmente i suddetti Tribunali erano stati istituiti sin da subito come misura per il ristabilimento e il mantenimento della pace nelle regioni coinvolte; raggiunto questo scopo era prevedibile che il Consiglio di sicurezza decidesse di porre termine alle loro attività. Tuttavia ciò non vuol dire affatto che la necessità di fare giustizia sarà cessata. In proposito, la Corte penale internazionale permanente è stata istituita, con competenza ampia e non selettiva, proprio per cercare di smentire le critiche rivolte ai Tribunali ad hoc e per dare corpo all’esigenza di un meccanismo giudiziario preesistente rispetto all’esecuzione di crimini.

In merito appare di fondamentale importanza non tralasciare il fatto che dei Tribunali lasciano un bagaglio di esperienza ricchissimo che non va disperso. Si tratta di esperienza giuridica (attraverso le decisioni di procedura, le sentenze, le norme dei regolamenti), ma anche pratica (in materia di indagini, in tema di organizzazione di appositi programmi di protezione per i testimoni, in relazione alla gestione del sistema informatico per la presentazione delle prove ecc.) e umana. In tal senso, sarebbe auspicabile un pieno passaggio di consegne tra questi organi ad hoc e la Corte penale permanente, istituita a Roma nel 1998, e che è ormai pienamente operativa.

Logicamente “fare giustizia con il cronometro” è molto difficile; certo, la giustizia richiede speditezza, ma essa va conciliata con la necessità di procedere a una ricostruzione accurata della realtà.

In questo contesto, così complicato ed in continua evoluzione, lo Studio Legale Avvocato Penalista Italiano e Internazionale ILA può svolgere, tramite i suoi professionisti, che si occupano specificamente del diritto nazionale ed internazionale, una fondamentale funzione di supporto e consulenza.

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