Corte Europea dei diritti dell'uomo: cos’è e come fare ricorso alla Corte EDU
La Corte europea dei diritti dell’Uomo, istituita nel 1959, è un organo giurisdizionale creato dopo l’entrata in vigore della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), nel 1953, per assicurare l’applicazione ed il rispetto.
Questa ha sede a Strasburgo ed è un organo permanente del Consiglio d’Europa, di cui vi aderiscono quindi tutti i 47 membri.
Molto spesso la Corte EDU viene confusa con la la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, la quale ha sede in Lussemburgo ed è un’istituzione effettiva dell’Unione Europea con competenze molto differenti, ovvero il rispetto del diritto comunitario e l’interpretazione e applicazione dei trattati istitutivi dell’UE.
La Corte CEDU viene anche molto spesso confusa con la Corte Internazionale di Giustizia che è invece un organo della Nazioni Unite.
Ora, poiché la Corte europea dei diritti dell’Uomo è stata istituita appositamente per pronunciarsi sui ricorsi inerenti la presunta violazione dei diritti indicati nella CEDU ( ricorsi che possono essere presentati dagli Stati membri della Convenzione e dai singoli individui) giova chiarire cosa sia la CEDU!
Ebbene, firmata nel 1950 dal Consiglio d’Europa, la convenzione è un trattato internazionale volto a tutelare i diritti umani e le libertà fondamentali in Europa. Ogni persona i cui diritti sono stati violati nel quadro della convenzione da uno Stato parte può, tramite l’assistenza di un Avvocato specializzato in diritto internazionale, adire la Corte.
Nella Convenzione sono stati definiti i diritti fondamentali che i singoli stati devono rispettare e assicurare a tutti i soggetti che si trovano sul loro territorio a prescindere dalla cittadinanza.
La CEDU, in generale, sancisce e tutela il diritto alla vita, all’equo processo, al rispetto della libertà d’espressione, al pensiero e alla libertà di culto, alla proprietà e alla sfera privata. Proibisce espressamente il ricorso alla tortura o a trattamenti degradanti, la schiavitù e il lavoro forzato, la pena di morte, la detenzione arbitrari!
Ebbene, se ritieni che di essere stato leso in uno diritti elencati, di aver subito un torto da parte dello Stato Italiano o di essere stato ingiustamente condannato, puoi rivolgerti alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo per ottenere giustizia!
Gli Avvocati penalisti dello Studio Legale International Lawyers Associates sono professionisti specializzati nell’assistenza dinanzi alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo e sono pronti a fornire tempestivo sostegno legale a chiunque ne abbia bisogno; si chiamano diritti umani proprio perché appartengono a tutti!
Formazione ed organizzazione della Corte EDU
Per meglio aiutare a comprendere come lavora la Corte EDU è bene svolgere alcune precisazioni.
La Corte europea dei diritti dell’Uomo è formata da 47 giudici ( tanti quanti sono gli Stati membri della CEDU) che sono eletti dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa sulla base di liste di tre candidati proposte dai singoli Stati membri; i giudici restano in carica per nove anni e il loro mandato non è rinnovabile. Attualmente, il Presidente della Corte è Róbert Ragnar Spanó, mentre dal 2015 al 2019 è stato il magistrato italiano italiano Guido Raimondi.
La Corte ha cinque Sezioni, all’interno di ciascuna sezione sono organizzate delle Camere di giudici che risolvono in via ordinaria i casi presentati alla Corte, vi è poi una Gran Camera specializzata competente ad esaminare i casi più complessi.
I giudici eletti ovviamente sono totalmente indipendenti e non rispondono agli Stati che li hanno proposti né al Consiglio d’Europa!
I ricorsi presentati innanzi alla Corte Cedu possono essere interstatali ma anche individuali.
Invero, se un singolo individuo ritiene di essere stato vittima di una violazione di uno dei diritti e delle libertà fondamentali può presentare ricorso alla Corte EDU.
La violazione più frequentemente riscontrata dalla Corte è quella del diritto a un giusto processo, tuttavia sono anche frequenti le violazioni degli art. 2 e 3 della Carta, relativi rispettivamente al diritto alla vita e alla proibizione assoluta del ricorso alla tortura o a trattamenti inumani. Famosissimo è il caso italiano del 2013 in cui il nostro paese è stato duramente condannato con la famosa sentenza Torreggiani per il sovraffollamento delle sue carceri.
La vittima, legittimata a proporre ricorso, è una persona fisica o giuridica che sia stata parte in una controversia davanti ai giudici nazionali, e che ritiene di aver subito una violazioni dei diritti e delle libertà fondamentali.
Noi del International Lawyers Associates siamo soliti scrivere moltissimi ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo e abbiamo maturato nel tempo una grande padronanza di questa materia così complessa che, tuttavia, rappresenta l’ultima spiaggia.
Ora, il ricorso, in via generale, può essere proposto dalla “persona direttamente interessata dall’atto o dall’omissione in contestazione”. Tale status deve perdurare affinché il ricorso presentato venga dichiarato ricevibile per l’intera procedura, pena il rigetto dell’istanza proposta.
Colui che chiede una dichiarazione di colpevolezza dello Stato, ma anche una riparazione, deve dimostrare di aver subito un danno: solo qualora la Corte qualifichi quest’ultimo come rilevante sorgerà il diritto all’equa soddisfazione. Legittimati a proporre ricorso sono anche le persone che hanno un legame stretto e personale con colui che ha subito un’ingiustizia, la teoria c.d. della vittima indiretta, e gli eredi in caso di morte del ricorrente.
Il ricorso si presenta, attraverso la Corte, contro lo Stato che si “accusa” di aver violato uno dei diritti e delle libertà fondamentali sanciti dalla Convenzione.
Come si presenta ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo
La modalità di ricorso alla Corte consiste nell’invio alla stessa, tramite posta raccomandata, del formulario di ricorso predisposto sul sito istituzionale della Corte. Il formulario deve essere scaricato, compilato ed inviato all’indirizzo di posta riportato in calce al documento.
La mancata utilizzazione del formulario porterebbe ad una dichiarazione di non corretta introduzione del ricorso da parte della Segreteria della Corte; questo è un primo controllo non di natura giurisdizionale, ma puramente amministrativa.
Superato questo primo “controllo”, relativamente alla corretta introduzione formale, il contenuto del ricorso deve superare una serie di altre verifiche prima che la Corte possa valutare il merito.
Questi controlli riguardano l’accertamento della ricevibilità; una specifica divisione giuridica controlla che il ricorso possegga una serie di requisiti essenziali affinché lo stesso possa essere poi sottoposto alla funzione giurisdizionale della Corte.
In sostanza, viene verificato che i soggetti protagonisti del ricorso e il contenuto dello stesso rientrino fra le fattispecie della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
Il più importante criterio di ricevibilità è l’esaurimento delle vie di ricorso interne: il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo deve, infatti, essere presentato dopo aver esperito l’impugnazione – ed esaurito i gradi della stessa – alla quale il ricorrente può accedere, nell’ambito dello stesso ordinamento statale.
Altro importante criterio di ricevibilità è il rispetto del termine semestrale ( sei mesi dal deposito della decisione interna ultima e definitiva) entro cui il ricorso va presentato. Infine, ulteriore, ed ultimo, criterio di ricevibilità è l’assenza di pregiudizio importante.
Tutta la procedura è scritta ed anche ogni decisione della Corte sarà comunicata per iscritto. La partecipazione alle udienze ha carattere eccezionale, e tutti i rapporti con la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo avvengono in via epistolare.
Se il ricorso presentato viene dichiarato ammissibile la Corte in prima istanza incoraggia le parti a giungere a un regolamento amichevole, successivamente, poi, in mancanza di accordo, procede all’esame nel merito giudicando se vi è stata o non vi è stata violazione della Convenzione.
Alcuni particolari ricorsi possono essere qualificati come urgenti e trattati prioritariamente, soprattutto nel caso in cui vi sia un pericolo imminente che minaccia l’integrità fisica del ricorrente.
Nella prima fase della procedura, seppur facoltativa, è consigliata l’assistenza di un Avvocato di diritto internazionale, nella fase successiva, ovvero dopo la notificazione del ricorso alla Corte EDU, il ricorrente dovrà obbligatoriamente essere rappresentato da un Avvocato specializzato abilitato ad esercitare la professione in uno qualsiasi degli Stati contraenti e sul cui territorio sia residente.
Pronunce della Corte EDU
Se la Corte EDU accerta una violazione pronuncerà una sentenza di condanna oltre ad imporre allo Stato condannato l’eliminazione delle conseguenze della violazione. Inoltre, potrà riconoscere la c.d. “equa compensazione”, che consiste in un risarcimento economico dei pregiudizi sofferti nel caso in cui l’ordinamento dello Stato responsabile non consenta la rimozione integrale delle conseguenze della violazione.
Diversamente, se la Corte non constata alcuna violazione, pronuncerà una sentenza di assoluzione.
Le sentenze della Corte sono vincolanti per le parti in causa e attraverso le pronunce della Corte EDU si elabora una giurisprudenza internazionale che obbliga tutti gli Stati contraenti ad adeguare l’ordinamento giuridico interno nazionale.
Negli anni, tuttavia, la sistematica violazione degli obblighi scaturenti in capo allo Stato ha indotto la Corte ad adottare una vera e propria procedura di “ sentenza pilota” si tratta di quella procedura tramite la quale la Corte decide un ricorso considerato emblematico di un certo problema strutturale, che viene espressamente indicato unitamente alle misure di carattere generale richieste allo Stato per porvi rimedio.
Ciò si è verificato nel 2009, con la sentenza Yuriy Nikolayevich Ivanov c. Ucraina. Avendo rilevato l’esistenza di una prassi generale di inosservanza del diritto all’esecuzione delle decisioni di giustizia derivante dalla carenza di adeguati stanziamenti per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione e da altre carenze esistenti nell’ordinamento giuridico ucraino, la Corte ha invitato tale Paese a procedere senza indugio ai necessari interventi sulla legislazione e sulla prassi amministrativa, istituendo altresì, entro un anno, un rimedio a livello nazionale per da assicurare la tutela del diritto all’esecuzione delle decisioni di giustizia.
La Corte oggi ha giurisdizione su 47 paesi e protegge oltre milioni di persone, e sono circa 20.000 le sentenze emanate a far data dalla sua istituzione.
I Giudici di Strasburgo sono maggiormente attivi da quando è stato introdotto lo strumento del ricorso individuale; la riforma dell’accesso alla Corte e la sua apertura ai singoli è stata fondamentale nel determinare la capacità di impatto dell’attività dei giudici europei.
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