Parte da Milano ma si estende a tutto il paese la richiesta dell’associazione Camere Penali del diritto Europeo e Internazionale.
L’associazione presieduta dall’avvocato Alexandro Maria Tirelli e di cui fa parte, tra gli altri, l’avvocato Nicola Corrado responsabile area comunicazione, pone una questione precisa. “La nostra associazione – si legge nella nota- ritiene che debba essere disvelata in maniera definitiva quella cortina di ipocrisia che avvolge l’azione del governo e delle alte Autorità della Repubblica.
Le azioni volte al contenimento dell’infezione e dell’epidemia non hanno raggiunto lo scopo prefissato, vista la totale intempestività delle stesse.
Come sottolineato dalle autorità governative germaniche, se da un lato è opportuno continuare in un’operazione di contenimento dei focolai, al contempo è pacifico che il paese debba affrontare un evento di natura pandemica. Tale assunto costringe la Nazione ad impegnarsi su vari fronti, quello della intensificazione della ricerca dei vaccini e delle terapie, e per quello che ci riguarda direttamente la programmazione di un assetto istituzionale e di gestione del processo penale, tale da affrontare uno stato di totale emergenza.
Notizie ufficiose, ancora non confermate, riferiscono del contagio di svariati magistrati e della necessaria messa in quarantena dei loro uffici. L’Associazione Camere Penali di Diritto Europeo rilascia detta nota al fine di sollecitare la comunità nazionale, la Unione delle Camere Penali e le Autorità Legislative alla richiesta di provvedimenti normativi d’urgenza che stabiliscano:
- Condizioni sanitarie obbligatorie nelle aule durante i processi con l’imposizione di maschere e altri strumenti di prevenzione per coloro che partecipano come parti o personale amministrativo;
- Riduzione straordinaria della potestà punitiva, nel senso di ridurre il carico delle Procure e delle sezioni giudicanti con previsione di indulto e amnistia per i reati bagattellari. Si rappresenta, infatti, che l’ultimo provvedimento di clemenza è stato adottato nel lontano 2006 e che nella storia repubblicana ,ai è intervenuto un lasso di tempo così ampio tra due sanatorie. Con tale richiesta non si intende indebolire lo stato abbassando la guardia o la repressione del crimine, ma è ovvio che in un contesto di congelamento del funzionamento istituzionale è opportuno stabile una lista di priorità, occupando i Magistrati sulla questione di preminente importanza per l’interesse nazionale. Questa camera penale esprime il proprio rammarico e la propria insoddisfazione rispetto alla totale indifferenza con la quale i Presidenti dei Tribunali avevano accolto il precedente comunicato di questa associazione che li allarmava alla sospensione dell’attività in attesa della predisposizione di forme di profilassi per la tutela dei Magistrati”.
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